"Intervista a Francesco Trovò, curatore del volume "Feste e rievocazioni storiche. Un patrimonio da salvaguardare""
"Intervista con Sofia Stefani, autrice del saggio “L'arte del ferro a Padova tra Otto e Novecento”"
Pierluigi Vettorello, architetto con la passione per la scrittura, ci parla del suo primo libro: “È tutto a post” (https://ilprato.com/libro/e-tutto-a-post/) .
Intervista all’Autore a cura di Marta Molinari
Sono stato fortunato. Molte persone mi hanno chiesto di raccogliere i post che ho scritto negli anni in Facebook e alcune si sono proprio impegnate per farmi andare nella giusta direzione. Ho raccolto in un manoscritto quelli che secondo me erano i pezzi più belli e seguendo le loro indicazioni l’ho inviato a un bel po’ di case editrici. Il Prato Editore è stata l’unica casa editrice che ha creduto nel potenziale di quel manoscritto e ha realizzato il sogno di farmi pubblicare il libro.
Ho cominciato a scrivere raccontando ciò che succedeva ai miei figli ancora piccoli. E nella realtà la velocità con cui succedono le cose mal si concilia con una narrazione a largo respiro. Spesso ho raccontato episodi scrivendo brevi serie di frasi senza punteggiatura per trasmettere la sensazione di come a volte un secondo si dilata a rallentatore. Negli anni ho trovato un mio modo di scrivere che credo riesca a coinvolgere in prima persona chi legge. Alla fine però credo sia anche un’avversione totale per la punteggiatura.
Parlo di ciò che mi succede nella vita di tutti i giorni in tutti i suoi aspetti. Quando mio padre se n’è andato mi sono fatto una serie di domande e mi sono chiesto cosa sarebbe rimasto ai miei figli di me se il giorno dopo me ne fossi andato anch’io. Ho deciso perciò di raccontarmi mettendomi completamente a nudo anche nei difetti e ho trasformato Facebook nel mio diario quotidiano sapendo che sarei stato anche giudicato e magari sbeffeggiato per ciò che scrivevo e di come mi descrivevo. Ma sono felice di averlo fatto. Se i miei figli un giorno vorranno sapere chi ero veramente basterà che leggano ciò che ho scritto. Credo di avere inconsciamente creato una sorta di mappa del tesoro per loro.
In realtà sono legato a tutti i post perché raccontano come si sta srotolando la mia vita. Quando mi racconto cerco sempre di essere profondamente autoironico e di non prendermi mai troppo sul serio. Scrivo soprattutto delle cose ridicole che mi capitano perché a me piace soprattutto il lato sorridente della vita. Però non mi tiro mai indietro a raccontare le cose che mi toccano nel profondo. A pensarci bene forse c’è un post a cui sono più legato e che non a caso è all’inizio del libro. Si chiama Uber Alles e l’ho inserito a pagina due perché volevo che il lettore si facesse già da subito un’idea di come mi rapporto con la vita.