Intervista con Flavio Rodeghiero, autore di“Il cielo non è blu”

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Flavio Rodeghiero

In IntervisteNews

Compiere un cammino di ricerca personale, questo vuole essere lo scopo del racconto di Flavio Rodeghiero che ci ha parlato del suo ultimo libro: “Il cielo non è blu” (https://ilprato.com/libro/il-cielo-non-e-blu/) .

Il cielo non è blu

Intervista all’Autore a cura di Marta Molinari

  • Com’è nato questo libro?

Che cosa direbbe una madre al proprio figlio sul senso della vita, se sapesse che il giorno dopo non lo rivedrà mai più? È quello che mi sono chiesto quando è mancata mia madre, morta improvvisamente ancora giovane. Credo che avrebbe il sopravvento soprattutto l’istinto di protezione materno, con il dolore di sapere che non si potrà più essere un rifugio sicuro nelle difficoltà e il timore interiore di non aver forse fatto tutto il necessario per preparare i figli a volare con le proprie ali.

L’improvvisa pandemia di Covid-19 ha purtroppo concretizzato uno scenario simile per molte persone, e mi ha offerto l’occasione e il tempo per ambientare questa riflessione e per completarla.

  • Perché questa copertina, questo titolo e questo sottotitolo?

Una delle canzoni più cantate dai balconi nella prima ondata primaverile del Covid-19 è stata Il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano. Al di là del bel significato di quella composizione canora, che descrive le contraddizioni e le ingiustizie della realtà sociale, è chiaro che non usciremo dal presente o dai futuri drammi dell’umanità se non cercando di capire dove abbiamo sbagliato e poi facendo quanto è necessario per uscirne. Ma l’uomo ama invece più spesso raccontarsi ciò che più gli aggrada: una tra le tante bugie più comuni che ci raccontiamo da sempre è ritenere che il cielo visto dagli uomini sia il cielo reale, cioè sia azzurro o blu, quando sappiamo bene che è solo un’illusione dei nostri occhi, i quali ricevono i riflessi della luce sull’atmosfera terrestre. Come questa ci raccontiamo da sempre tante altre storie che mettono sempre al centro di tutto l’uomo: ma questa è la strada sbagliata, perché ci sta portando a distruggere tutto ciò che non fa parte dell’umanità, per cui alla fine ci taglieremo definitivamente l’erba sotto i piedi.

La copertina è la riproduzione di un quadro di Mauro Bordin, uno dei tanti giovani talentuosi che per essere valorizzati sono fuggiti da questo paese gestito da vecchi, che ricorda il racconto de La fattoria degli animali di George Orwell, rappresentando un animale che guarda verso il cielo, pensando di essere dio, ma è solo un animale come tutti gli altri.

Il sottotitolo è la traduzione esistenziale dell’aggettivo attribuito a Socrate, àtopos, cioè un ‘senza luogo’, in quanto aveva il coraggio e la forza di cercare di conoscere se stesso ponendosi continuamente domande su tutto: una strada conoscitiva che vale anche e forse soprattutto per il presente, se vogliamo affrontare i problemi comuni.

  • Il libro in quale tipologia rientra?

Potrebbe essere un saggio, ma mancano le note e la bibliografia; nei fatti è un testo narrativo di carattere storico contemporaneo, ma che promuove il lettore a compiere un proprio percorso di ricerca e di approfondimento rispetto a quanto viene narrato, dato che la strada del sapere trova origine nella curiosità intellettuale e nella fame di conoscenza, le quali per essere appagate esigono sforzo e fatica personali.

  • Qual è lo scopo del libro, il messaggio che vorrebbe trasmettere?

Un genitore per far imparare ai figli dove stanno i pericoli, dal fuoco alle auto per strada, tende ad esagerare e a teatralizzare le situazioni, per trasmettere un messaggio forte che venga poi interiorizzato: il testo tende a estremizzare le situazioni narrate per promuovere una riflessione più realistica della storia dell’uomo e del suo impatto sul mondo, e quindi per ricercare risposte adeguate e condivise.

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