"Intervista con Mario Squizzato, autore di “Sessant’anni fa… Solo una scommessa”"
"Intervista con Sergio Gnudi, autore di Le oscure stanze"
Luciana Laudi, collaboratrice dal 1998 alla Fondazione Centro Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC), ci racconta del variegato mondo ebraico italiano del ‘900 tramite 12 protagonisti e le loro vicende, narrate nel libro “Ritratti d’archivio. Antologia di protagonisti della storia ebraica italiana del ’900” (https://ilprato.com/libro/ritratti-d-archivio/) .
Intervista all’Autrice a cura di Marta Molinari
Come è nata l’idea di scrivere questo libro?
Questo libro nasce dalla mia ventennale esperienza lavorativa al CDEC. Il CDEC è stato quindi lo spunto. Ma non solo, Il lavoro mi aveva avvicinato a storie che mi avevano suscitato emozioni e dai documenti erano emerse, ripigliando vita, persone il cui ricordo era ormai solo nella memoria storica.
Non pensavo di scriverne, ma le sensazioni che mi avevano dato sono rimaste dentro di me. Poi sono passati gli anni e quando è giunto il mio momento di fare bilanci ho deciso di rendere pubblica la mia bellissima esperienza.
In che cosa consisteva il suo lavoro al CDEC?
Sono giunta al CDEC al termine della mia carriera lavorativa – per più di 35 anni ho insegnato matematica al Liceo – con tanto entusiasmo ma priva di una preparazione e di un’esperienza specifica; la mia cultura storica era a livello scolastico.
Lo studio di libri di archivistica e la partecipazione a corsi d’aggiornamento mi hanno fornito le competenze, e le ricerche storiche richieste dal mio lavoro hanno contribuito ad ampliare e ad approfondire le mie conoscenze.
Mi è stata data fiducia e, non appena sono arrivata in archivio, mi è stato affidato uno scatolone di vecchie carte. È stato un momento di panico.
Poi ho iniziato il lavoro, che a poco a poco ho scoperto quanto fosse congeniale alla mia forma mentis. Sono infatti ordinata e metodica, e la mia esperienza lavorativa mi aveva abituata al rigore scientifico.
È stata un’esperienza appassionante: vicende che non conoscevo, personaggi che mi si svelavano nella loro individualità. E poi le sorprese, come i documenti che permettevano di gettare luce su vicende non del tutto chiarite. Fra le sorprese un semplice pezzetto di carta che ha permesso di scoprire una storia bellissima che altrimenti sarebbe rimasta ignota per sempre.
L’ultimo capitolo, l’ultimo ritratto del mio libro la racconta. Il suo protagonista, Andrea Schivo, mi era entrato nel cuore, e alla ricostruzione della sua storia ho dedicato tempo e passione.
Di che genere di libro si tratta?
È un libro che parla di fascismo, antifascismo, nazifascismo e resistenza ma non è un libro di Storia, bensì un libro di storie e di sentimenti.
Non è un libro di storia ma non può prescindere dalla Storia che ha coinvolto e condizionato le vite dei miei personaggi.
Come l’hanno vissuta, accettandola e cercando di adattarsi, o reagendo e pagandone le conseguenze? Quali le motivazioni a monte dei loro comportamenti?
E ho cercato di capire, ma mai di giudicare.
Sono partita dai documenti e sono stata guidata dalle emozioni.
È un libro che non ha la pretesa di essere esauriente. I miei ritratti sono abbozzati. Alcuni dei protagonisti dei miei racconti sono noti in ambiente storico e a una nicchia di lettori. Ho scelto allora di presentare i miei personaggi affrontando solo alcuni aspetti della loro vita, quelli più significativi, quelli che più li hanno coinvolti e più li hanno condizionati.
Mi sono posta delle domande e ho cercato delle risposte.
La lettura dei documenti, e soprattutto delle lettere, mi ha forse dato quelle risposte che cercavo.
Man mano che la struttura del libro ha cominciato prendere forma ho pensato ai suoi destinatari, a chi è interessato al mondo ebraico ma non ai poderosi volumi sull’argomento, agli studenti che conoscono la Storia solo attraverso i testi scolastici. E a tutti questi mi sono rivolta, ricordando che protagonisti della storia sono coloro che la vivono, e con l’intento di fornire ai giovani uno strumento per capire che la storia non è soltanto un susseguirsi di fatti. Naturalmente i personaggi dovevano essere inquadrati storicamente, quindi si sono rese necessarie numerose digressioni storiche, note esplicative e riferimenti bibliografici evidenziati da caratteri grafici diversi. Un lettore frettoloso può anche ignorarli.
C’è un personaggio che l’ha toccata particolarmente?
Questa domanda mi piace.
A ciascun personaggio ho dedicato del tempo, e durante quel tempo il mio pensiero correva continuamente a lui, fino alla immedesimazione. E mi domandavo: come mi sarei comportata io al suo posto, quali erano i suoi dubbi e le sue certezze, le sue paure?
Uno in particolare mi è entrato nel cuore.
Una donna indomita, fragile e forte allo stesso tempo, toccata dal Male che non l’ha però privata della sua umanità. Questa donna ha saputo lottare, per se stessa e la sua famiglia, soccombendo però a un destino che sembrava in un primo tempo averla risparmiata.
Si chiamava Anna.