"number 17 ABSTRACT"
"Numero 16 ABSTRACT"
FILO FORME anno 8 n. 17
Testimone del tempo.
Un arazzo delle dame piemontesi in dono a papa Leone XIII nella ricorrenza del giubileo sacerdotale
Ileana Tozzi (pag. 2)
Da poco tempo un grande arazzo, donato dalle dame dell’aristocrazia piemontese a papa Leone XIII nella felice ricorrenza del suo giubileo sacerdotale, è entrato a far parte della collezione dei tessili del Museo dei Beni Ecclesiastici della Diocesi di Rieti.
Si tratta di un pregevole manufatto dalle ragguardevoli dimensioni, realizzato nel 1887 presso il laboratorio delle Sorelle Piovano, che raffigura attraverso le immagini le lodevoli azioni caritative intraprese dalle Congregazioni religiose di fine Ottocento.
I Draghi della Cattedrale
Valentino Cecchinato (pag. 8)
Il Duomo di Chioggia intitolato a Santa Maria Assunta in Cielo, è la sede di uno dei vescovati più antichi del Veneto. L’indagine della mia tesi nasce dalla consapevolezza dell’esistenza di una collezione di antiche vesti sacre appartenenti alla cattedrale, collocate presso un magazzino del museo diocesano di Chioggia. Quindici paramenti di una certa rilevanza storico artistica, databili dalla seconda metà del XVII secolo fino alla metà del XIX secolo. Fra questi quindici paramenti di particolare pregio risulta una pianeta con correlati manipolo, stola, velo da calice e borsa, databili al XVIII secolo con un decoro a “dragoni” collegabile al genere decorativo della “cineseria”.
SETA • ORO • CREMISI
Segreti e tecnologia alla corte dei Visconti e degli Sforza
Laura Doronzo (pag. 14)
L’arrivo a Milano nel 1442 di due setajoli, provenienti da Firenze e da Genova, invitati da Filippo Maria Visconti, porta nella capitale lombarda la lavorazione della seta. Oltre cinque secoli più tardi, la mostra SETA • ORO • CREMISI. Segreti e tecnologia alla corte dei Visconti e degli Sforza, in programma al Museo Poldi Pezzoli dal 29 ottobre 2009 al 21 febbraio 2010, illustra la straordinaria produzione artistica legata a questa antica tradizione e le sue sorprendenti innovazioni tecnologiche. Sono presentate circa 50 opere: raffinati velluti a disegno, damaschi e lampassi, ricami in seta con oro e perle, carte da gioco, preziosi codici miniati, oreficerie e dipinti. Veri capolavori, che conferiscono ulteriore rilevanza all’esposizione poiché testimoni dei sorprendenti risultati di una ricerca progettata dall’ISAL (Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda) e condotta in collaborazione con nove istituzioni europee – mai fino ad ora così completa ed esaustiva – dedicata ai tessuti auro-serici lombardi del XV secolo. Realizzata da Chiara Buss, direttore del Dipartimento Arti Applicate ISAL, e da Annalisa Zanni, direttore del Museo Poldi Pezzoli, la mostra, oltre a guidare il visitatore in un’appassionante scoperta di opere d’arte, alza il sipario sul contesto culturale e sociale alla corte dei Visconti e degli Sforza.
Fili di carta
Stefanella Sposito (pag. 19)
Molti artisti hanno subito la fascinazione della carta, che per la sua leggerezza ricorda la materia dei sogni. I colori, le grammature e gli spessori, le molteplici e variegate qualità della sua superficie l’hanno resa da sempre un materiale privilegiato dall’arte.
Carta e cartone sono diventati protagonisti del design d’arredo intrapreso da progettisti innovativi, che hanno creato con la carta mobili e altri elementi di arredo. Da qualche tempo anche l’abito rivendica la sua consistenza attraverso la carta, anche se non si tratta di capi concepiti espressamente per essere indossati, cioè fruiti, come nel caso dei mobili, quanto piuttosto di simil-sculture. Tra gli artisti che utilizzano per le loro realizzazioni “sartoriali” la carta abbiamo scelto di approfondire la conoscenza di Isabelle de Borchgrave, Valentina Crepax ed Ivano Vitali, tre artisti contemporanei che operano in modi diversissimi tra loro, nell’intento di mettere a confronto gli abiti realizzati ed i loro specifici metodi di lavoro.
Il restauro di una kashaba della collezione dei duchi di Montpensier
Laura Ciampini (pag. 27)
L’articolo presenta parte di uno studio sulla collezione di abiti e di armi dei duchi di Montpensier che si conservano dal 1975 nel Museo de Artes y Costumbres Populares de Sevilla. Gli oggetti sono stati catalogati ed in parte restaurati nell’ambito del progetto N.A.TO. Fellowship Programme del Consiglio Nazionale delle Ricerche, realizzato in collaborazione con l’Instituto del Patrimonio Histórico Andaluz. In particolare è analizzato il restauro di una kashaba, una tunica femminile attribuibile alla metà del XIX secolo, senza maniche, che si indossava sopra un’altra veste. Confezionata con un pékin di seta rosa broccato e ricamato, la kashaba presentava uno stato di conservazione critico, dovuto sia alla confezione sia al modo con cui era stata esposta. Eliminate le parti non originali, la veste è stata pulitia e consolidata.