"Numero 15 ABSTRACT"
"Numero 13 ABSTRACT"
FILO FORME anno 7 n. 14
Sul filo della poesia: gli scialli del Kashmir Amlikar: lo scialle ricamato del Metropolitan Museum of Art di New York
Elisa Gagliardi Mangilli (pag. 3)
Il saggio introduce la produzione tessile degli scialli del Kashmir, con particolare riguardo alla nomenclatura tecnica nelle lingue locali, distinguendo le varie fasi di lavorazione. Dopo un’introduzione storica si descrivono le varie tipologie di scialli e l’evoluzione dei motivi decorativi.
Nella seconda parte dello scritto si analizza un particolare Amlikar, della ricca collezione del Metropolitan Museum di New York, che presenta un’iconografia piuttosto interessante. Infatti su questo scialle figurato è ricamata una serie di immagini che sono riconducibili all’opera letteraria di uno dei più celebrati poeti persiani del XII sec., Abu Muhammad Ilyas ibn Yusuf ibn Mu’ayyad, noto come Nizami.
Il puntuale confronto fra le dettagliate scene rappresentate sullo scialle e alcune miniature relative al Khamsa di Nizami rendono evidente la fonte di ispirazione. L’attribuzione del personaggio Majnun (che significa “pazzo d’amore”) viene confermata dalla lettura di una delle iscrizioni riportate sullo scialle. Il riferimento ad alcuni episodi del poema e la loro contestualizzazione fanno di questo scialle uno dei rari esempi di “scialli letterari”, in cui poesia e abilità tecnica si combinano armoniosamente.
Una “inedita” fonte d’abbigliamento maschile del Cinquecento. Spunti metodologici
Francesca Piovan (pag. 20)
Il contributo intende valutare l’attendibilità vestimentaria e la coerenza cronologica di un inedito testo figurativo di moda – il disegno di un giovane in giubbone e bragoncini, rinvenuto tra gli atti di un notaio trevigiano del XVI secolo – proponendo un percorso metodologico d’indagine basato sull’analisi comparata di fonti coeve.
La moda “a tavola”.
Relazioni tra figurini di moda e oggetti d’arte applicata nella seconda metà del Settecento
Isabella Campagnol Fabretti (pag. 23)
Nell’ultimo quarto del Settecento la pubblicazione in Francia delle prime riviste di moda favorì la diffusione e la circolazione delle novità nel campo dell’abbigliamento. I figurini acquerellati, corredati da didascalie esplicative, iniziarono ad essere ben presto pubblicati anche in Italia, spesso riprendendo identici modelli francesi. Rappresentazioni di abbigliamenti “alla moda” compaiono anche in oggetti d’uso, come vasellame o cristallerie, costituendo un’ulteriore possibilità di diffusione delle mode presso un pubblico non sufficientemente abbiente o letterato per acquistare le riviste. Alcune esempi di porcellane e vetri prodotti in area veneta nel periodo in esame offrono la possibilità di analizzare in che modo le nuove mode provenienti da Francia e Inghilterra vennero recepite nel territorio.
Sulle tracce dell’allume di Roma
Stefanella Sposito (pag. 27)
L’allume di rocca, estratto dall’alunite mediante un complesso processo di trasformazione, era noto alle popolazioni antiche fin dai primordi della nostra civiltà anche come mordente nelle tinture per tessuti. Gli “itinerari dell’allume” hanno influenzato, con le loro dinamiche storico-economiche, buona parte dello sviluppo mercantile del Mediterraneo, determinando fortemente anche la qualità della produzione dei manufatti tessili in ambito europeo. Ne danno testimonianza molte fonti letterarie, ricettari e libri di conti provenienti dalle botteghe artigiane, dove vigevano sostanziali diversificazioni nell’uso delle sostanze tintorie e delle loro applicazioni sulle differenti fibre, al fine di ottenere molte tonalità di colore. La scoperta dei ricchi giacimenti di allume, avvenuta nel 1460 sui Monti della Tolfa, una località dell’alto Lazio, a nord-est di Civitavecchia, di proprietà dello Stato Pontificio, produsse redditi regolari e sostanziosi, che confluirono inizialmente nella “Cassa della Crociata”, fondo monetario adibito per la Seconda Crociata contro i Turchi. Per oltre tre secoli la Camera Apostolica permise, nel territorio, l’estrazione e la lavorazione dell’allume, attraverso l’appalto delle cave a cielo aperto e in seguito in galleria, concesse ad importanti famiglie fiorentine, genovesi e pisane come i Medici, i Chigi, i Pazzi ed i Pallavicino. Le cave dei Monti della Tolfa sono considerate dagli storici la più importante impresa mineraria del XVI secolo in Europa.
Il restauro dei paramenti del vescovo Fidenzio. Un “brandello” di storia padovana
Annamaria Morassutti (pag. 39)
I tessuti oggetto del restauro sono databili al 1595, all’epoca della ricognizione del vescovo padovano Marco Corner, che volle, 146 anni dopo la precedente sistemazione, adornare le spoglie di San Fidenzio di mitria, pianeta, stola e manipolo, ogni cosa di color bianco. Il recupero dei paramenti, gravemente deteriorati, ha permesso di riscoprire anche un “brandello” di storia padovana.
Dignità e splendore. Gli indumenti e i parati di uso liturgico dei secoli XVI-XIX del Museo Diocesano di Rieti
Ileana Tozzi (pag. 46)
Il saggio contiene un profilo storico critico della collezione tessile esposta nel Museo dei beni ecclesiastici della Diocesi di Rieti, nella quale sono conservati parati vescovili, insegne, accessori liturgici dal XVI al XIX secolo. A corredo sono presentate le schede di alcuni manufatti.