"Numero 06 ABSTRACT"
"Numero 04 ABSTRACT"
FILO FORME anno 3 n. 5
LA GLOBALIZZAZIONE DI YNKA SHONIBARE (pag. 3)
Stefanella Sposito
Usa il tessuto come una metafora, giocando con i concetti di africano, esotico e autentico, l’artista anglo-nigeriano Ynka Shonibare, un “dandy illuminato del terzo millennio” che sconvolge i cardini delle illusioni occidentali con le sue installazioni, presentate di recente anche alla Biennale d’Arte di Venezia. Intitolata “BE-MUSE”, una personale è stata ospitata a Roma nel dic-marzo 2002, al Museo Hendrik Christian Andersen, atelier ed ex dimora dello scultore norvegese-americano (1872-1940). Due gruppi di figure Henry James and Hendrik C. Andersen e Tree Graces rivivono a grandezza naturale, in manichini privi di testa (perché senza razza) e abbigliati con indumenti di foggia europea, a cavallo tra ‘800 e ‘900, realizzati con sgargianti e attuali stoffe batik in cotone. All’abito il compito di rendere palese forme d’identità presunte o accertate, desideri, aspirazioni, illusioni… Una sorta di contaminazione ibrida, ottenuta con uso di elementi apparentemente inconciliabili tra loro. L’artista affronta in chiave critica e graffiante i temi legati al colonialismo, evidenziando le forti contraddizioni esistenti tra “cultura del prodotto” e “prodotto di una cultura”.
ARTE DA CALPESTARE (pag. 6)
Stefanella Sposito
Tappeti e arazzi d’autore, eseguiti negli ultimi 40 anni, sono stati esposti nel febbraio 2001 alla Galleria Modernariato di Milano. Una ristretta selezione (30 pezzi) della produzione tessile, voluta dal gallerista-imprenditore Elio Palmisano, a partire dagli schizzi e dai disegni di artisti appartenenti alle maggiori correnti artistiche del Novecento, che annovera in tutto circa 253 esemplari diversi, realizzati nel periodo 1968-98. Ispirandosi all’intensa produzione di “quadri di stoffa” di Depero, Palmisano interpreta alla lettera la “rivoluzione futurista dell’universo”, e, documentatosi sulle tecniche della tessitura artigianale, impianta una propria manifattura. Sarà l’inizio di un’intensa attività che include opere come Fiori + spazio e Specchio d’acqua di Balla, Ballerina di Severini, e Un inglese a Mosca di Malevic. Kokoschka eseguirà personalmente il suo progetto dal titolo La ragazza Li ed io. Seguiranno i contributi di altri artisti contemporanei come Dorazio con Arazzo reticolare (1981) e Andante blu (1984), Reggiani con Composizione astratta, poi Radice, Veronesi e Sottsass con Winter Day (1989).
LUOGHI EMOZIONALI (pag. 9)
Stefanella Sposito
La natura rivive attraverso il filo ricamato, guidato sulla tela dalle intense emozioni di Marialuisa Sponga. In mostra al Textilmuseum di St. Gallen (Svizzera) dal 26 giugno all’11 agosto 2002, la produzione più recente, realizzata con assemblaggi di materiali diversi, manipolati, trapuntati e ricamati meccanicamente. L’artista compie un viaggio affascinante all’interno del paesaggio, che diviene leitmotiv della sua ricerca, articolata secondo una sensibilità sottile e sfaccettata. Grandi formati, per Campi cromatici, serie ispirata alle isole nord-europee, con ampie spartiture geometriche, scandite da esili linee di contorno che contengono l’esplosione materica dei pigmenti. I trittici Sentieri dell’infinito appaiono all’osservatore come gigantesche mappe geografiche, che evocano il ricordo delle pitture su corteccia e tutto il repertorio dell’arte aborigena. Riferimenti a luoghi italiani in opere di piccola dimensione: Tra terra e mare, viaggio in Gallura, libro d’artista di 4 pagine, o Aurora, assemblaggio con ricamo su tela d’acciaio. Più etereo e acquatico Autunno a Venezia. Riflessi, ispirato a un paesaggio lagunare.
PICCOLI PENSIERI S’INTRECCIANO (pag. 12)
Stefanella Sposito
Thessy Schoenholzer Nichols, artista svizzera, attiva negli USA e in Europa, ha presentato a Torino, alla libreria OOLP (OUT OF LONDON PRESS) nel maggio scorso, Piccoli Pensieri, una collezione di 22 opere a merletto, realizzate manualmente, con intreccio a fuselli. L’autrice si concede divagazioni fantastiche legate al filo nell’esplorare forme inusuali e irregolari, che tendono verso un’astratta intrinseca armonia. Intrecci che arrivano a comunicare, in modo pacato e leggero, un forte senso di libertà. Tessy li compone dal nulla, sondando ricche possibilità espressive, avvicinando più fili, talvolta diversi tra loro, che s’intersecano fugacemente, per poi separarsi e avventurarsi in altre direzioni. Attraverso studiati percorsi materici, le sue mani esperte riescono a trasformare un finissimo filo di cotone in pensiero astratto, quasi a suggerire alla nostra mente sillabe e parole immaginarie. La sua formazione poliedrica le consente di operare in perfetta autonomia e in grande armonia con le più attuali correnti artistiche.