"Cronache di Psiconarrativa al BUK Festival di Modena"
"Novità 2015: La contea dei ruotanti di Franco Bomprezzi"
Franco Bomprezzi era innanzitutto un “giornalista a rotelle”, come lui amava definirsi, socialmente e politicamente impegnato per il riconoscimento dei diritti dei più deboli. Affetto sin dalla nascita da osteogenesi imperfetta, è stato giornalista, scrittore e blogger, ha fondato il portale Superando.it ed è stato portavoce di Ledha Lega Italiana per i diritti delle persone con disabilità.
La casa editrice Il Prato, a sedici anni di distanza, ha deciso di ripubblicare il romanzo di Franco “La contea dei ruotanti” per la collana Gli Antidoti (in libreria dal 19 febbraio 2015), in cui all’introduzione di Lella Costa, si aggiunge quella dell’amico fraterno Gerardo Bombonato.
Il romanzo verrà presentato sabato 21 febbraio al BUK Festival di Modena (ore 18:30, Sala B-Wolinski) per rispettare la promessa fatta dall’editore Luca Parisato al giornalista e scrittore fiorentino pochi giorni prima della sua scomparsa, avvenuta a Milano, lo scorso 18 dicembre.
Parte del ricavato della vendita del libro sarà inoltre devoluto alla Fondazione Arché Onlus di cui Franco era un grande amico (la presentazione del libro a Milano è prevista per il prossimo marzo presso Arché, presto tutti i dettagli).
“La contea dei ruotanti” è un romanzo estremamente attuale che guarda la disabilità da un punto di vista originale. Un romanzo di “fantapolitica” che si riallaccia a certa letteratura “utopica”. Ed è infatti un mondo rovesciato quello che propone: in un futuro recente, l’Italia si “balcanizza”, si creano dei piccoli territori autonomi, tra questi la Contea dei ruotanti. Qui tutto è organizzato per la disabilità ma quando catturano un “camminante” ecco che gli si impone la disabilità, deve essere rieducato, deve dimenticarsi di avere l’uso delle gambe. Questa imposizione è la goccia finale, tutto salta. Il governo della Contea diventa sempre più un regime, le vecchie discriminazioni vengono sostituite da nuove discriminazioni, la guardiana del camminante se ne innamora, la dialettica viene negata…
Che cosa è normalità? Che cosa diversità? Il romanzo di Franco invita a interrogarsi, affronta temi tabù come l’amore e il sesso, punta la luce sulla questione delle barriere architettoniche, propone una riflessione su quella discriminazione frutto della convinzione di essere gli unici depositari di una verità e di avere il diritto-dovere di imporre a tutti una sola – la propria – visione dell’essere nel mondo.
“Franco ci ha insegnato a saper guardare la nostra fragilità – ha detto Padre Giuseppe Bettoni, Presidente della Fondazione Arché. E ciò che di lui poteva sembrare, agli occhi dei più, perdente, umiliante, emarginante è diventato invece esplosione di vita, si è trasformato in passione, parola, proposta, idea, attenzione, diritti, relazioni. È diventato fecondità! La sua capacità di tradurre in parola efficace e precisa un pensiero credo proprio che venisse da lì. E lui ci insegna che è solo a partire da lì che possiamo intessere relazioni vere, umane, è solo così che diventiamo credibili, è solo così che il chicco porta molto frutto. La fragilità è come il seme che tende alla luce, è apertura, invocazione, grido, attesa”.