L’arte del ferro a Padova tra Otto e Novecento

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2020

L’autrice indaga il settore dell’arte del ferro battuto nel periodo Art Nouveau, concentrandosi sull’attività padovana di due tra i più celebri mastri ferrai italiani: Alessandro Mazzucotelli (Lodi, 1865 – Milano, 1938) e Alberto Calligaris (Udine, 1880 – 1960), le cui officine avevano sede rispettivamente a Milano e a Udine.

Il punto di partenza è un luogo simbolico per Padova, la Basilica di Sant’Antonio, dove entrambi gli artisti, a circa un ventennio di distanza l’uno dall’altro, vennero coinvolti nella realizzazione delle nuove cancellate poste a chiusura delle cappelle nazionali nel deambulatorio.

Proprio al Santo, grazie al cantiere dell’architetto Camillo Boito (Roma, 1836 – Milano, 1914), avviato in occasione del VII centenario dalla nascita di sant’Antonio (1895), si ritrovarono parimenti attive molte delle svariate maestranze che collaborarono in anni più tardi con l’Officina Calligaris di Udine, in parte divenute protagoniste del nuovo linguaggio floreale in città.

I rapporti tra Boito e Mazzucotelli per i lavori antoniani e, in seguito, tra la Presidenza della Veneranda Arca di S. Antonio e Calligaris, sono supportati da numerosi documenti d’archivio, grazie ai quali si è potuto altresì ricostruire gli esordi della ditta udinese a Padova nel primo decennio del XX secolo.

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2020

Sofia Stefani, nata a Vicenza nel 1990, è laureata in Storia dell’Arte all’Università degli Studi di Padova. Le sue ricerche vertono sul settore delle arti congeneri nel periodo dell’Art Nouveau, con particolare riguardo all’arte del ferro battuto nel contesto veneto. Si occupa altresì di storiografia francescana al Santo nell’Ottocento, concentrando le indagini sulla figura di Bernardo Gonzati. I suoi interessi spaziano dal settore librario a quello archivistico: collabora con la Veneranda Arca di Sant’Antonio al progetto di catalogazione del patrimonio a stampa della Pontificia Biblioteca Antoniana, mentre, in ambito vicentino, con la Biblioteca civica Bertoliana al progetto “Archiporto”, finalizzato all’inventariazione, conservazione e digitalizzazione dell’archivio privato della famiglia Porto custodito al Castello di Thiene.