Emilio Drachini

Mentre aspettava l’aereo per andare a trovare la sua ragazza che studiava in Belgio, un gelataio (già perito informatico, ma quello è un passato remoto) si rese conto che era l’unico a essersi dimenticato di portarsi qualcosa per passare il tempo. Un romanzo, per esempio. “Beh, se non ho un libro da leggere, perché non scriverlo?”

Questa fu la goccia che fece traboccare una cascata di pensieri, opportunamente arginata nel tempo da persone in gamba, quali un editore che passava da quelle parti o una professoressa d’italiano molto incuriosita.

Emilio Drachini (questo pseudonimo è un anagramma del suo vero nome e cognome) era già stato attore e tecnico luci, in una compagnia teatrale amatoriale per bambini, regista di cortometraggi tutto sommato neanche male, visto il loro budget a zero, animatore turistico ed educatore per gli scout del CNGEI (quelli laici), sia dei lupetti (8-11 anni) sia degli esploratori (12 -16 anni).

Il suo primo romanzo uscirà un paio di anni dopo l’episodio in aeroporto, arricchito da mille ispirazioni che i clienti della sua gelateria gli forniscono inconsapevolmente. Capita spesso, infatti, che nel bel mezzo dell’ordine egli esclami “Aspetti un attimo!” e sottobanco prende un appunto segreto che a casa diventerà un’idea concreta.

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