Libri miraculorum cistercensi. Visioni dell’aldilà e crisi istituzionale tra XII e XIII secolo

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Dalla seconda metà del XII secolo, e per almeno un cinquantennio, a Clairvaux e in altri monasteri dell’Ordine cistercense fu redatto un ampio numero di collezioni di miracoli.

Tali fonti costituiscono un interessante punto di osservazione sul mondo monastico medievale e sugli scenari politici e culturali dell’Europa dei secoli XII e XIII, poiché in essi i Cistercensi registrarono aspetti della vita quotidiana, della liturgia, delle norme e delle consuetudini da loro seguite, con lo scopo di affermare e di trasmettere il proprio modus vivendi.

Al volgere del secolo XII l’Ordine cistercense affrontò difficoltà di natura politica, economica, culturale e spirituale.
La letteratura agiografica specchiò le istanze di un’epoca di profondi cambiamenti, ricomponendo ambizioni e tensioni nel quadro del carisma sovrannaturale del quale i monaci bianchi si proposero come i migliori interpreti.

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Nato a Pescara nel 1977. È dottore di ricerca in Storia del Cristianesimo e delle Chiese.
Ha pubblicato saggi sul monachesimo medievale, in particolare sulla letteratura cistercense, sulle raccolte di miracoli, su Aelredo di Rievaulx, su Gioacchino da Fiore e sul profetismo pseudogioachimita.
Per gli Opera omnia di Gioacchino ha pubblicato l’edizione critica di due opere in versi; annualmente cura inoltre una bibliografia ragionata degli studi dedicati all’abate di Fiore.