Paolo Calabrò, madrelingua napoletano, risiede a Caserta. Compra venti libri al mese, ne legge cinque, e i conti non tornano mai. Il suo piatto preferito è quello abbondante, ama la shoegaze dei ’90, soprattutto (e ovviamente) quella dei My Bloody Valentine e se potesse avere un superpotere sceglierebbe la capacità di resistere alla stanchezza (non a quella della vita: proprio al sonno).
Ha scritto due libri di carattere filosofico, sul pensiero di Raimon Panikkar (Le cose si toccano, Diabasis, 2011) e su quello di Maurice Bellet (La verità cammina con noi, Il Prato, 2014). Dal tentativo di “mettere in scena” le intuizioni filosofiche e psicologiche di Bellet (e dall’impossibilità di dire la sofferenza se non raccontandola) nasce, nel 2015, il romanzo noir L’intransigenza. I gialli del Dio perverso (Il Prato), primo di una serie ambientata in un paesino del litorale casertano.
Cura il sito ufficiale di Maurice Bellet in italiano e collabora con diverse riviste di filosofia e di cultura, stampate – tra le quali il mensile «l’Altrapagina» di Città di Castello, il settimanale «Il Caffè» di Caserta, il bimestrale «Testimonianze» di Firenze – e online, tra cui «Filosofia e nuovi sentieri», «Mangialibri», «Pagina3».
Ha tenuto seminari di filosofia presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, le Università di Udine e di Milano, il Centro Internazionale per gli Studi sul Religioso Contemporaneo di San Gimignano, la Cittadella di Assisi, l’Antica Scuola dei Laneri a Venezia.
È membro dell’associazione di scrittori «NapoliNoir», fondata da Diana Lama e da Maurizio Ponticello.
La sua pagina personale in internet è: www.paolocalabro.info.